L’Agnello di Sardegna IGP: storia e qualità garantita

Uno dei protagonisti della tavola delle feste è sicuramente l’agnello. Sia a Natale che a Pasqua è un prodotto ricercato in molte regioni italiane. Questo perché le sue carni hanno un sapore deciso intenso e adatte per diverse ricette tradizionali che si tramandano da generazione in generazione.

Ma non tutto l’agnello è uguale, bisogna fare molta attenzione alla provenienza, a come viene allevato e tanti altri fattori che incidono sulla qualità e sulla sicurezza alimentare.

Un prodotto di qualità indiscutibile è sicuramente l’Agnello di Sardegna, frutto di una tradizione pastorale antichissima, il quale ha ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta con Regolamento (CE) n. 138/01 della Commissione del 24 gennaio 2001 e con decreto 28 ottobre 2005 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, al fine di tutelare la qualità del prodotto che deve rispettare determinate caratteristiche e lavorazioni.

La sua unicità deriva dal connubio di diversi fattori: allevamenti naturali, niente stress ambientali e forzature alimentari dell’animale.

Dall’ultimo report annuale del Contas (Consorzio di tutela dell’agnello IGP di Sardegna) è emerso che lo scorso anno si è verificato un notevole aumento della produzione e dell’export, il maggiore degli ultimi 30 anni. La denominazione IGP ha raggiunto quota 5100 aziende riconosciute.

Dati molto confortanti per un prodotto regionale che ha raggiunto un livello internazionale, mantenendo una qualità altissima e creando una filiera sostenibile.

Per tale ragione nasce il progetto “Enjoy Agnello di Sardegna IGP: buono, sano e garantito” che mira a promuovere insieme alla Comunità Europea il prodotto per la sua attenzione verso la sostenibilità ambientale. Gli obiettivi sono quelli di rafforzare l’identità del marchio come sinonimo di alta qualità, far conoscere le sue caratteristiche e la sua unicità, creare nuove sinergie con gli operatori della GDO.